Un giorno, nell’Oceano,
ma non so più sotto quali cieli,
gettai, come un’offerta al nulla,
qualche goccia d’un vino raro.

Liquore, chi volle la tua rovina?
Obbedivo forse all’indovino?...
O forse all’ansia del mio cuore,
pensando al sangue, versando il vino?

Assunse una lieve ombra color rosa
Il mare, poi puro si rifece,
ritrovando la sua abituale trasparenza…
Perduto il vino, ebbre le onde…

Balzare nell’aria amara
Ho visto figure immense…

(Paul Valéry, Le vin perdu. Trad. di A.Serristori)

sabato 5 marzo 2011

...

Era come se gli adepti di un ordine arcano e opalescente si fossero riuniti quella notte, in laborioso silenzio e, con una organizzazione sopraffina, che soltanto la conoscenza degli antichi e magici meccanismi che regolano l'Universo può infondere, avessero accatastato in piccoli mucchietti ai lati dei sentieri tutti quei cristalli e con essi avessero ricoperto anche i rami degli alberi, le siepi dei giardini, le luminarie dalla forma antica ed anche quella cancellata nera, lontana in fondo alla via, le cui sbarre finiscono in strani ghirigori appuntiti, alti, irraggiungibili e solo per questo non inquietanti. Perché quello era un mondo gentile, era un mondo antico...

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