Sono fantastiche le proteine. Probabilmente le molecole più complesse dell'Universo...
Le costruisce una catena di montaggio perfettamente strutturata: una serie di meccanismi chimici perfettamente regolati. Tutto parte dal DNA che se ne sta appallottolato nel nucleo cellulare in una struttura con quattro e a volte cinque livelli di complessità. Il DNA viene copiato nel punto in cui è codificata la proteina, poi nei ribosomi avviene la sintesi: i singoli amminoacidi vengono messi in fila indiana in una catena lunghissima... talmente lunga che poi si ripiega su se stessa, prende la forma di elica, di foglietto, poi si ripiega ancora, si appallottola, si stende si intorciglia su se stessa in modo che a qualunque osservatore sembrerebbe casuale, ne fa di tutti i colori... ma alla fine ha esattamente la forma che serve per la sua funzione biologica.
Insomma a me pensare a queste molecole immense e alle loro forme stranissime mi affascina un sacco, perchè la nostra vita è dovuta a loro: siamo esseri di una complessità immensa: ogni cellula è un'Universo con milioni di reazioni chimiche, milioni di specie diverse, tutte mischiate, tutto in contemporanea, ma tutto che funziona alla perfezione... e non solo noi ma gli animali e i vegetali, persino i batteri e i virus sono qualcosa di più complesso di quanto una mente umana riesca a concepire...
Noi però siamo gli unici esseri su questo pianeta in grado di intuire questa complessità e di rimanerne incantati. Forse questo potrebbe bastare per dare significato alla nostra vita: siamo una macchina chimica di una complessità inimmaginabile in equilibrio precario per un tempo brevissimo ma per un'attimo possiamo dire: "Io sono".
Un giorno, nell’Oceano,
ma non so più sotto quali cieli,
gettai, come un’offerta al nulla,
qualche goccia d’un vino raro.
Liquore, chi volle la tua rovina?
Obbedivo forse all’indovino?...
O forse all’ansia del mio cuore,
pensando al sangue, versando il vino?
Assunse una lieve ombra color rosa
Il mare, poi puro si rifece,
ritrovando la sua abituale trasparenza…
Perduto il vino, ebbre le onde…
Balzare nell’aria amara
Ho visto figure immense…
(Paul Valéry, Le vin perdu. Trad. di A.Serristori)
ma non so più sotto quali cieli,
gettai, come un’offerta al nulla,
qualche goccia d’un vino raro.
Liquore, chi volle la tua rovina?
Obbedivo forse all’indovino?...
O forse all’ansia del mio cuore,
pensando al sangue, versando il vino?
Assunse una lieve ombra color rosa
Il mare, poi puro si rifece,
ritrovando la sua abituale trasparenza…
Perduto il vino, ebbre le onde…
Balzare nell’aria amara
Ho visto figure immense…
(Paul Valéry, Le vin perdu. Trad. di A.Serristori)
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