lunedì 29 agosto 2011

Bangiiong dal Dievelii

Anche per quel giorno il Sole era ben inoltrato nella sua strada per l'occidente. I riflessi delle sue radiazioni, qualche minuto prima ancora dorati, ora andavano prendendo belle sfumature di arancio. Era ora di incamminarsi. Tutte le sere, come attenendomi ad un periodico rituale, mi recavo verso il mare per la mia nuotata del Tramonto.
Quella sera mi ero proposto di arrivare ad una distanza maggiore di quanto non avessi mai fatto, rimanendo però parallelo alla costa. In particolare volevo raggiungere un luogo ben preciso, del quale avevo sentito vagamente parlare, ma nel quale non ero mai arrivato. Nonostante non distasse più di un paio di chilometri dalla zona nella quale mi ero stabilito - in quel periodo - da qualche mese, vi si accedeva solamente via mare: a nuoto o con qualche tipo di imbarcazione: ciò rendeva la zona poco agevole da raggiungere e sempre pressoché deserta.

I residenti del posto ne parlavano spesso nei loro discorsi. Vecchi pescatori che la sera si ritrovavano nel bar vicino al porto a bere boccali di aranciata ghiacciata, giocando una variante del tressette svedese che si gioca sulla scacchiera, con le carte italiane e i dadi a otto facce. Parlavano uno strano dialetto: un misto tra il cinese e il dialetto reggiano, ma perfettamente comprensibile, almeno per me. Loro chiamano quel posto Bangiiong dal Dievelii, ovvero la Baia del Diavolo.
E narrano strane e inquietanti leggende su quel luogo. Narrano che nelle notti di Luna a trè quarti provengano strane urla da laggiù, urla in idiomi sconosciuti, urla di festa, cantilene inquietanti, ritmi inusuali e spaventosi. Leggende.

Dopo una lunga e salutare nuotata fui la. Si trattava di una insenatura molto bella da un punto di vista naturalistico: rocce alte e frastagliate che improvvisamente si aprono a strapiombo su un braccio di mare ed una piccola lingua di terra emersa di poco sopra il livello dell'acqua. Qui era cresciuta una vegetazione costiera bassa e profumata, ma internamente anche un piccolo boschetto di alberi marittimi più alti. Tutto intorno la roccia era costellata di nicchie naturali piccole e grandi, profonde grotte e altre formazioni geologiche.

domenica 28 agosto 2011

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Future leaf.


Alghe sul bordo di una foglia.


Punta di matita.


Ramoscello di Ficus Benjamina spezzato.

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