mercoledì 21 maggio 2008

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Una mattina. Ce ne sono tante di mattine. Ma quella era particolare, chissà poi perché...
No, forse no. Forse non è così: quella era una mattina come tante, come tutte, e forse proprio quello la rendeva particolare... Perché tutti gli istanti, nel momento in cui sono, sono quelli lì e null'altro possono essere. Null'altro è.
Ma probabilmente quella mattina era particolare solo perché ne sto scrivendo qui. E già, perché forse quella mattina non è mai nemmeno esistita... non lo sò. Però era particolare.
So solo che c'era la nebbia, c'è sempre la nebbia in quelle mattine lì. Un nebbione. E la neve, non che nevicasse ma c'era tanta neve che aspettava di sciogliersi; e aveva ben da aspettare con quelle temperature.
La nebbia copriva le colline, copriva i vigneti, copriva la strada, copriva il bosco ai lati della strada e infine copriva anche un cavallo che percorreva la strada. E sopra al cavallo c'era un uomo che si guardava intorno con fare circospetto...

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