lunedì 25 febbraio 2008
Direttamente dal Big Bang
Sicuramente è capitato a tutti di vedere questa schermata su un telavisore non sintonizzato, ma ben pochi si saranno chiesti da cosa è prodotta. Questa non è altro che una immagine del Big Bang, nel vero senso della parola (in realtà una immagine di soltanto 300 000 anni dopo il Big Bang).
L'immagine è prodotta da elettroni dell'antenna e del filo eccitatisi casualmente a seguito di radiazione elettromagnetica di provenienza prevalentemente naturale, e in misura minore umana: elettrodotti ad alta tensione, ferrovie... ma quella naturale? Ebbene, in gran parte, non è altro che la radiazione cosmica di fondo, scoperta nel 1965 da Penzias e Wilson ma che già da molto prima tutti potevano vedere nei loro televisori e ascoltare alla radio senza sapere di cosa si trattasse (la radiazione è nel campo delle microonde ma la nostra antenna la rivela solo indirettamente, non entrando in risonanza con essa, perché non settata su queste frequenze. Possiamo quindi notarla solo in assenza di segnali più forti alla lunghezza d'onda appropriata).
La radiazione cosmica di fondo è una radiazione proveniente indistintamente da tutte le direzioni (il Big Bang è avvenuto ovunque), quasi uniforme. Prodotta da quelle parti di Universo appena nato (300 000 anni poiché prima la luce non poteva diffondersi) che avevano una temperatura di 10 000 gradi centigradi (la temperatura media dell'Universo di allora) e che man mano venivano a trovarsi alla distanza giusta perché, tenuto conto dell'espansione cosmica, la loro radiazione ci arrivi oggi (fortunatamente molto raffreddata in 15 miliardi di anni).
Abbiamo detto che la radiazione è quasi uniforme, ebbene queste piccole disomogeneità sono quelle che hanno dato origine agli aggregati di materia: galassie, ammassi e superammassi. E sono quelle che danno origine ai puntini bianchi e neri che ribollono sui televisori... Qualcuno dei puntini che vedete probabilmente oggi è diventato una galassia che se ne sta a 15 miliardi di anni luce da noi...
Quando eravamo piccoli e inesperti giocavamo spesso mettendoci davanti alla schermata grigia del televisore e fingendo di essere alla guida di una astronave in un ipotetico iperspazio. Pensavamo di giocare, in realtà non eravamo lontano dalla giusta interpretazione dei fatti...
Un'altra interpretazione dello schermo grigio molto suggestiva (meno della precedente) è pensare che i puntini bianchi sono dati effettivamente da elettroni che si eccitano a formare correnti debolissime, quindi osservandoli stiamo realmente osservando gli elettroni quasi singolarmente, certo amplificati come se avessimo un potentissimo microscopio, ma pur sempre elettroni. Possiamo considerare il nostro impianto televisivo, quindi, alla stregua di un potentissimo telescopio, oppure di un altrettanto potente microscopio.
Suggeriamo di non chiamare più disturbi di ricezione queste schermate: come abbiamo visto sono certamente molto più interessanti dei vari Rai, Mediaset, ecc...; quelli sono i veri disturbi nella ricezione del Big Bang.
BIBLIOGRAFIA
Don Lago, "Channelling the Big Bang", Sky & Telescope novembre 2007, p. 104 (in inglese).
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Ah bein!
RispondiEliminama pensa te!